Consacrata nel 1619, la chiesa di San Pietro e l’annesso monastero ereditano il titolo di un antico cenobio fondato poco distante, che ospitò i cistercensi tra il XIII e il XVI secolo, poi passato all’Ordine francescano tra il 1582 ed il 1585 e tenuto dai frati cappuccini fino al 1981.
All’interno conserva due pale d’altare: un Cristo crocifisso attribuito ad un artista locale forse influenzato dall’ultima maniera di Giacinto Brandi e La Madonna che appare ai Santi Pietro, Barbara e Francesco, attribuito a Stefano Pozzi (1699-1768).
Il Vescovo di Palestrina, Cardinal Jacopo Pecoraia nel 1243 fondò un monastero di Monache Cistercensi, dedicandolo a San Pietro Apostolo.
Nel 1244 il vescovo morì, così nel 1300 papa Bonifacio VIII fece chiudere il monastero.
Successivamente fu affidato ai monaci benedettini cistercensi e poi fu di nuovo chiuso.
Nel 1598 iniziarono i lavori per la costruzione del convento per i padri Cappuccini, edificato a circa 190 metri dal vecchio, sempre isolato.
Da una lapide in pietra risulta che l’apertura al culto e la consacrazione dell’altare della chiesa avvenne il 17 Novembre 1619.
I beni del vecchio monastero furono concessi dal Cardinal Truchses, vescovo di Palestrina, alla Collegiata di Sant’Andrea Apostolo e nel 1582 l’immobile fu venduto ai padri Cappuccini.
Nella metà del XVI secolo, il monastero era costituito dalla chiesa, da un campanile in stile romanico, da una casa e da una recinzione in muratura.
La chiesa del vecchio monastero veniva utilizzata per la sepoltura dei defunti nella fossa comune sotto il suo pavimento, finché nel 1880 non fu aperto il cimitero comunale; in seguito fu chiusa.
Durante il fascismo fu abbattuta.
Oggi la chiesa di San Pietro ha una navata unica e due altari laterali, uno dedicato a Sant’Antonio da Padova ed uno al Sacro Cuore di Gesu’.
Il convento è abitato dalle suore e dai sacerdoti.
