La piccola Chiesa di San Sebastiano si trova su una piccola sommità non molto distante dalla chiesa di San Rocco e per moltissimi anni fu usata come cimitero, per essere poi interamente ricostruita a seguito dei bombardamenti subiti durante il secondo conflitto mondiale.
I due edifici sono situati in quella che ancora oggi è chiamata contrada San Sebastiano.
Oggi si trova ancora un unico altare con una tela raffigurante il Martirio di San Sebastiano, dipinta nel 1961 dal pittore palianese Giacomo Lisia.
L’opera non è firmata perché l’artista non ne era soddisfatto, poiché si trovava ai primi anni della sua carriera ed il suo stile non era ancora definito.
Dai documenti storici delle Cronache Sublacensi risulta che nell’XI secolo, precisamente nel 1083, l’abate Giovanni V (creato abate nel 1060) acquistò la chiesa di San Sebastiano che era rurale, insieme a tutte le sue pertinenze.
Per conto del monastero, infatti, venivano acquistate chiese rurali, sparse sul territorio, per ricavarne le rendite.
Erano già di proprietà sublacense in Paliano i monasteri di Santo Stefano e San Pancrazio, ma di questi non si conosce la collocazione; quello di Pancrazio forse poteva essere la chiesa di San Rocco.
Vicino la chiesa di San Sebastiano, nel 1083, c’era un monastero di Benedettine.
Nel XVIII secolo, la chiesa aveva tre stanze in uso da un eremita che la custodiva, ed era tenuto dai monaci di Santa Scolastica a Subiaco.
C’era un solo altare, attorno ad esso vi era l’immagine Santissima, era un affresco che nel XVIII secolo necessitava di un restauro (a quel tempo doveva essere imbiancato o fatto di nuovo).
Al centro dell’altare era posta un’immagine di San Sebastiano che doveva essere fatta in modo più decoroso, probabilmente era un quadro. Le finestre laterali, di piccole dimensioni, dovevano essere coperte con vetri o tele.