La Chiesa di Santa Rosa fu edificata nel XVI secolo da Marcantonio D’Azzia, militare al servizio della famiglia Colonna, castellano sotto Marcantonio Colonna e fu terminata da Marcantonio Boccuccia.
Nel 1754 la sua intitolazione era Santa Maria della Rosa, forse Santa Maria del Rosario, e Sant’Eleuterio papa martire.
E’ sita alla radice di quello che veniva detto monte Calvario.
Ha una forma quadrata, di piccole dimensioni, era usata come luogo di inumazione di defunti benemeriti o benefattori.
Le porte sono rivolte verso sud, ed è un particolare interessante, poiché di solito la loro direzione è est-ovest.
Già nel XVIII secolo nel suo interno vi era una pittura murale che rappresentava la Madonna, Sant’Eleuterio ed un’altra figura non identificata; quattro candelieri di legno con quattro fiori.
Oggi si presenta come una piccola cappella ed entrando si ha di fronte, dietro un piccolo altare, una pittura murale di grandi dimensioni raffigurante la Madonna con il Bambino, due angeli e quattro figure.
Durante il secondo conflitto mondiale la chiesa fu in parte distrutta, quindi l’opera che vediamo adesso non è l’originale, inoltre nella parte inferiore non è più leggibile.
A destra dell’altare, c’è un olio su tela che raffigura Santa Rosa da Viterbo; un’ iscrizione sottostante cita: “Santa Rosa da Viterbo, dono per la chiesa Santa Rosa a Paliano”.
L’opera è stata realizzata dal pittore contemporaneo locale Giacomo Lisia.
La piccola chiesa fu restaurata nell’Ottobre 1997 e riaperta al culto il 16 Maggio 1999, grazie all’impegno dei cittadini che vivono nelle vicinanze.